Auschwitz ”mi da la misura dei fatti”
Sono le parole conclusive di una poesia di Danilo Dolci, titolata “Non sentite l'odore del fumo?”.
Quest’ultimo, è anche il titolo di un volumetto1 , dato alle stampe nel 1971, in cui l’Autore indaga la persistenza, nel mondo suo contemporaneo, dell’ideologia che ha portato allo sterminio di milioni di ebrei d’Europa.
Alcuni aspetti del pensiero di Danilo Dolci sembrano assumere oggi un sapore utopistico. Permane però il valore della convinzione per cui, oltre le fosche profezie del
ripetersi delle sventure umane, occorre scegliere di “puntare” sulle pratiche “educative”. E’ la condizione per individuare e indicare i pericoli, per insegnare “come” alimentare
relazione sociali corrette e rispettose dell’Altro e per scongiurare che le tragedie del passato non abbiano a ripetersi, consapevoli che i camini di Aushwitz tirano ancora.